Ottavia Catenacci
Glory was at the fingertips
Vetrina 2019 - sezione IN
ideazione coreografica e danza Ottavia Catenacci
luci Jonas Vološčenka, Alessandro Lucarini
musiche Veronika Povilionienė, Brian Eno, Glen Velez
foto Silvia Colombi
video Chiara Casale
si ringraziano AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali, Indipendance, Centro studi danza l’Etoile A.S.D. (Urbania, PU), Art Printing House (Vilnius), Michele Taurozzi, Arnas Danusas
Glory was at the fingertips rende omaggio alla manifestazione avvenuta il 23 agosto 1989 in Estonia, Lettonia e Lituania, passata alla storia come Linea Baltica. Si tratta della più grande manifestazione organizzata nell’Unione Sovietica e consiste in una catena umana di 600 km a cui parteciparono due milioni di persone.
L’interesse nei confronti del processo di indipendenza lituano è nato durante un periodo di studi dell’artista a Vilnius e l’ha portata a studiare la Rivoluzione Cantata, in particolare la Linea Baltica, come forma di performance collettiva. La determinazione del gesto diventa il punto di svolta per i popoli baltici. La consapevolezza del singolo di essere parte di una comunità viene attuata concedendo il potere della singolarità del corpo all’affermazione della comunità stessa . “Lo sapevo per certo, se fossi riuscita a toccare le loro dita tutto sarebbe stato possibile” è ciò che si legge in una testimonianza. Toccare la punta delle dita del vicino diventa la conditio sine qua non, l’espressione semplice e completa di questa unione.
Il pezzo si sviluppa in tre movimenti. La prima parte rappresenta la repressione durante l’occupazione sovietica: una ninna nanna folcloristica culla la danzatrice in una realtà onirica, la canzone cantata dalla mamma per far addormentare il figlio è una metafora dell’oppressione del regime che vuole il sopimento dei cittadini. La seconda parte riguarda la consapevolezza, l’affermazione del gesto e la Linea Baltica. La parte conclusiva dà spazio all’individualità che, mentre in precedenza permette lo svolgersi dell’azione collettiva, ora si afferma come un’unità consapevole del proprio ruolo storico.