CollaborAction XL 2014/15
ideazione e coreografia: Daniele Ninarello
danzatori: Daniele Ninarello, Annamaria Ajmone, Marta Capaccioli, Pieradolfo Ciulli, Cinzia Sità
musiche: Adriano De Micco, Stefano Risso
dramaturg: Carlotta Scioldo
light designer: Cristian Perria
organizzazione: Silvia Limone
produzione: CodedUomo
in coproduzione con Torinodanza festival - Fondazione del Teatro Stabile di Torino
con il sostegno di MosaicoDanza - Festival Interplay, Le Pacifique | CDC - Grenoble
“ Spesso in quei momenti
una calma così santa pervadeva la mia anima
che dimenticavo di avere occhi corporei
e quel che vedevo sembrava qualcosa dentro me,
un sogno, un paesaggio delle mente”
William Wordsworth
Immergersi nella percezione dell'ambiente in ascolto con il proprio corpo, ridefinire i propri margini, espanderli, dando vita, attraverso la danza, a quei paesaggi mentali che sono lo spazio fra sé e gli altri. L'attenzione è portata a queste distanze, prossimità, a quei non-luoghi in cui ogni visione diventa recezione, percezione, proiezione, con il desiderio di scoprirvi bellezza.
Il corpo e l’ambiente, in reciproca influenza, danno vita al paesaggio.
Ciò che sta “fuori” assume i nostri colori e noi assumiamo i suoi. L’esperienza sensoriale e sensibile del corpo fa di noi un elemento compositivo nel carico campo di forze in cui si esercitano continui moti secondo attrazioni e repulsioni. In questo contesto percettivo, i corpi esplorano le possibili relazioni, lasciando emergere, nell'incontro con gli altri, stupore e meraviglia.
In L.A.N.D., Local Area Network Development, il paesaggio è inteso come quel luogo che viene determinato dalle relazioni tra corpi; queste relazioni scaturiscono dalla percezione dei performers che abitano questa rete e che, contemporaneamente, la creano.
Il corpo in movimento diventa strumento sensoriale, parte integrante del paesaggio che cambia e ne e' a sua volta trasformato.
Si parte dunque dalla consapevolezza che le nostre memorie fisiche generano pensieri, i nostri pensieri generano azioni. Queste azioni svelano luoghi che diventano paesaggi.
E' in questo contesto di continuo scambio tra ambiente e performer che si cerca e si crea bellezza.
Dunque il tentativo diventa quello di svelare il complesso meccanismo di possibili relazioni tra i corpi danzanti, immersi e fautori del comune paesaggio che, al tempo stesso, muta, e che si presenta come un quadro astratto generato da una sinfonia di esistenze.