di e con Elisa Sbaragli
con il contributo di Edoardo Sansonne e Fabio Brusadin
coreografia e danza Elisa Sbaragli
elaborazione sonora Edoardo Sansonne
installazione video Fabio Brusadin
costumi Chiara Corradini
produzione TIR Danza
cura e management Marco Burchini
Mirada è una performance multimediale la cui vocazione è suggerire al pubblico nuovi modi di contemplare la presenza di un corpo nello spazio, proponendo un punto di vista ultra dinamico: estremamente distante dal performer, estremamente vicino a una tecnologia che ne amplifica la presenza.
Come sperimentare una prossimità digitale nello spazio fisico? Come può la tecnologia amplificare la percezione di un paesaggio senza mortificarlo?
Mirada è lo sguardo sull’infinito e contemporaneamente l’occhio imperfetto, il dettaglio ingigantito. Mirada si propone come un esercizio collettivo per una visione onnisciente e potenziata, che sperimenta nella simultaneità un piacere duplice: quello della prossimità e dell’andare a fondo nel dettaglio e quello che scaturisce dal conforto della distanza, dalla sensazione di controllo su un avvenimento e il panorama che lo accoglie.
Andando oltre una visione da cartolina, il paesaggio è quel frame in cui è possibile ripensare la percezione del tempo e della distanza e l’azione di corpi ed elementi in essi. Attraverso un gioco di schermi e distanze, lo spettatore sceglie la modalità di percezione del lavoro. In questo modo la posizione del performer e del pubblico è in assoluta orizzontalità.
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by and with Elisa Sbaragli
with contributions from Edoardo Sansonne and Fabio Brusadin
choreography and dance Elisa Sbaragli
sound design Edoardo Sansonne
video installation Fabio Brusadin
costumes Chiara Corradini
production TIR Danza
artist manager Marco Burchini
Mirada is a multimedia performance whose vocation is to suggest to the audience new ways of contemplating the presence of a body in space, proposing an ultra-dynamic point of view: extremely distant from the performer, extremely close to a technology that amplifies his presence.
How to experience a digital proximity in physical space? How can technology amplify the perception of a landscape without deadening it?
Mirada is the gaze on the infinite and simultaneously the imperfect eye, the magnified detail. Mirada proposes itself as a collective exercise for an omniscient and empowered vision that experiences in simultaneity a dual pleasure: that of proximity and going deep into detail and that which arises from the comfort of distance, from the feeling of control over an event and the landscape that welcomes it.
Going beyond a postcard view, the landscape is that frame in which it is possible to rethink the perception of time and distance and the action of bodies and elements in them. Through an interplay of screens and distances, the viewer chooses the mode of perception of the work. In this way, the position of the performer and the audience is in absolute horizontality.
ph. Marta Aschenbecher