coreografia e danza Fabrizio Favale
set, costume e art work First Rose
coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Vicenza, Festival Danza in Rete, Festival MILANoLTRE, KLm – Kinkaleri / Le Supplici / mk
con il contributo di MIBAC, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna Con il sostegno di h(abita)t – Rete di Spazi per la Danza
con il sostegno di ResiDance - azione del Network Anticorpi XL
lavoro selezionato tra gli Open Studio della NID Platform 2023
Allontanandosi da assetti puramente spettacolari, questo lavoro presenta una serie di sequenze danzate come fossero degli esercizi o un training in cui il danzatore, partendo da alcune tecniche e modalità della danza Moderna e Postmoderna Americana da cui egli stesso proviene, le articola e le proietta verso il futuro in libere e sperimentali possibilità di sviluppo.
Fabrizio Favale torna a danzare un lavoro coreografico in forma di assolo, lavoro che sceglie di concentrare l’attenzione sulle tecniche (non sulle coreografie) ideate e messe a punto in particolare da Merce Cunningham, José Limón e su alcuni obiettivi della danza di Trisha Brown (che non codificò mai una tecnica specifica).
L’intento è raccogliere e interrogarsi sulle eredità di quelle pratiche, in un’indagine e riscoperta dei contenuti dinamici, qualitativi, compositivi, posturali e utilizzarli come trampolino di lancio verso mete sconosciute.
Costruendo e decostruendo sequenze, architetture e complessità di articolazione del movimento del corpo, il danzatore attraverso la sperimentazione “in diretta” cerca di volta in volta gli snodi che consentono possibili evoluzioni, suggerimenti, derive.
Danze Americane è anche un esperimento con la memoria, prima di tutto con la memoria del corpo, rispetto a ciò che ha appreso molti anni prima, rispetto alle strategie di adattamento che mette in atto invecchiando.
Il lavoro presenta 7 sequenze, di cui 2 realizzate partendo da alcuni obiettivi della danza di Trisha Brown, 4 dalla tecnica Cunningham e 1 dalla tecnica Limón. Ciascuna sequenza viene ripetuta due volte, la prima volta senza musica e la seconda su un brano musicale ogni volta diverso. In seguito il danzatore scompone e ricompone liberamente le sequenze, in un senso di sperimentazione e ricerca di nuovi e inediti movimenti, combinazioni, qualità del movimento. Il numero, le modalità o le tecniche a cui si riferiscono le sequenze sono annunciate al pubblico dal danzatore stesso via via che le esegue.
"Sto provando ad immaginare una breve possibile "deriva/trasmissione/postilla" delle intuizioni e delle sperimentazioni che via via emergono da Danze Americane e che ho chiamato Nubla. In via ancora del tutto ipotetica, mi piacerebbe passare questi materiali sperimentali a qualcun altro che possa svilupparli in ulteriori e libere derive. Questa breve opera/satellite la immagino libera di esser agganciabile o meno alle presentazioni pubbliche di Danze Americane."
Fabrizio Favale