Sofia Nappi
PUPO
progetto selezionato per ResiDance 2023
ideazione e coreografia Sofia Nappi
interpreti Paolo Piancastelli, India Guanzini, Glenda Gheller, Leonardo De Santis, Arthur Bouilliol, Julie Vivès, Gregorio Dragoni
assistente alla coreografia Adriano Popolo Rubbio
luci Alessandro Caso, Alon Cohen
costumi Judith Adam
coproduzione Sosta Palmizi, Burghof Lörrach, Danse Danse Festival Montreal, Roxy Ulm, Tanz Köln, Tollhaus Karlsruhe
tour management ecotopia dance production
con il sostegno di ResiDance - azione del Network Anticorpi XL
Lo spettacolo PUPO prende il titolo da questo termine italiano connotato da un duplice significato: bambino e marionetta. La nuova creazione di Sofia Nappi si ispira a Pinocchio e alla metamorfosi del burattino ricavato da un tronco di legno, centrale nell’opera di Collodi: come accade questa lenta trasformazione tra le due sembianze?
Con suggestioni, talvolta astratte, dalla commedia dell’arte, Sofia Nappi si interroga sul celebre racconto e sul tema delle bugie che vengono punite: un racconto che amiamo raccontare ai nostri bambini, o piuttosto una storia per adulti?
Nonostante il tono fiabesco, l’opera di Carlo Collodi, pubblicata 140 anni fa nella città natale di Sofia - Firenze - rivela un lato oscuro e malinconico. Fu il critico letterario Alberto Asor Rosa a rilevarlo all’interno della novella: la marionetta di legno che rinuncia completamente a sé stessa pur di diventare umano non perde forse così la sua innocenza e la sua impulsività, essendo continuamente obbligato a imparare dalle punizioni? Forse Pinocchio viene plagiato dalla società, perdendo la sua innocenza, i suoi primari “legnosi” desideri? In ogni incontro, e con ogni nuova avventura, i quattro stadi della tentazione - suggestione, colpa, punizione, salvezza - si ripetono: è così che il burattino impara i principi morali della società umana.
Lo spettacolo gioca con le figure, con i caratteri, con i costumi e con le ambientazioni, senza ricalcare esattamente quelli del racconto. La coreografia non ripropone in maniera didascalica la storia di Pinocchio: in PUPO il burattino diventa piuttosto una figura archetipica. La marionetta è all’inizio o alla fine della storia? Cosa guadagniamo e cosa perdiamo quando cresciamo? Il prezzo della salvezza consiste nella perdita di noi stessi? Lo spettacolo è un’esortazione a non dimenticare l’“io- bambino” e a rivederci nella bizzarra, puerile marionetta Pinocchio, che ci mostra come la società definisca sistematicamente le nostre vite, e come sia necessario discernere con consapevolezza le nostre libere scelte da quelle imposte.
Il libro di Carlo Collodi è una profonda opera per adulti, ma allo stesso tempo un intrigante racconto per bambini. PUPO è pensato per un pubblico adulto, ma riesce a coinvolgere, far divertire e riflettere persone di tutte le età. La coreografa si affida a effetti teatrali suggestivi: il disegno luci giocherà un ruolo importante, ricreando ambientazioni naturali e riflettendo gli animi dei personaggi in scena. I costumi dello spettacolo avranno un rimando ai personaggi della Commedia dell’arte, ma avvalendosi di una rivisitazione contemporanea in linea con lo stile coreografico, denotato dalla precisa e carismatica gestualità dei danzatori, muovendosi come marionette, appesi a dei fili, o allo stesso tempo richiamando movimenti animaleschi.
L’indagine si concentra sulla trasposizione fisica del mutamento del movimento seguendo il processo di metamorfosi del carattere e della morale del personaggio, approcciando il tema con sottile ironia e indirizzando l’attenzione sull’ambiguità del movimento e sulla spontaneità del gesto tipica dell’età infantile.