Progetto 1 - laboratori di ricerca
Studi sul corpo musicale
- Corpo adolescenza musica/movimento trasmissioni -
Voglio trovarmi a tu per tu con adolescenti, giovani danzatori e performer, ma forse qualche volta anche adolescenti e basta. Il focus è affondare nell’esperienza degli aspetti musicali del movimento fino all’indagine sulle possibili relazioni tra musica e danza e le drammaturgie che ne derivano.
Voglio trasmettere i miei strumenti del percepire e del fare a giovani corpi e vedere cosa ne scaturisce. Aperta all’insondabile. Senza pre-figurazioni.
Voglio condurli nell’esperienza del movimento e del suono in quanto binomio inscindibile laddove il primo richiama e contiene sempre il secondo e viceversa; visibile inudibile l’uno, udibile invisibile l’altro. Intendo creare le condizioni per un cammino di conoscenza e ricerca su tale relazione e stimolare un dialogo creativo, con loro e tra loro.
Vorrei che assaporassero la poesia del movimento percepito come musica che s’incorpora e si offre alla visione.
Vorrei che imparassero a parlare con quelle parole, che si appropriassero di quella lingua per dire ciò che vogliono come vogliono. Lasciare la parola al corpo e alla sua logica.
Voglio trasmettere loro strumenti per giocare consapevolmente e liberamente con il proprio e l’altrui corpo musicale, mettere a loro disposizione il mio sapere perché dispieghino tutta la vitalità, la fragilità e la fantasia del loro essere, in bilico tra infanzia e ciò che diventeranno.
Adriana Borriello
Progetto 2 - laboratori di ricerca
Altri studi sul corpo antropologico
- Matrici rito corpo contemporaneo/arcaico -
Le mie prime ricerche coreografiche ispirate al rito, alle tradizioni popolari e all’etnocoreologia risalgono ai secondi anni ’90. Tammorra, del 1997, è il primo dei miei spettacoli antropologici, Chi è devoto, del 2006, è l’ultimo. Sono molto legata a quegli spettacoli e ai processi che li hanno generati. Stranamente la loro natura arcaica mi richiama continuamente e mi risuona sempre così attuale, così contemporanea. Essi contengono qualcosa di primordiale e generativo. Ho sentito più volte il bisogno di tornare lì a rimestare in quei materiali coreografici, rimetterci le mani per nuove plasmazioni, come quando si torna a casa dopo tempo e si guarda nelle proprie cose e si sposta, si getta, si ammoderna, si riconsidera, si riparte.
Ora è giunto il momento di una ristrutturazione. Voglio partire dai materiali di quegli spettacoli per aprire a nuove ricerche coreografiche, voglio usare quel vocabolario, quei gesti, quelle partiture, le pratiche che li hanno generati come matrici di nuovi processi, nuove strade da percorrere, nuovi oggetti da costruire. Voglio nutrirmi di nuovo di quei vecchi pezzi coreografici, guardare con occhi nuovi al vecchio e aprire a nuovi incontri, nuove ricerche sul campo, nuovi corpi, altre possibilità.
La questione ora si sposta qui e ora e apre al dialogo tra prima e dopo, vecchio e nuovo, tradizione e innovazione, conservazione e progresso, uguale e diverso, ripetizione e cambiamento, arcaico e contemporaneo.
Adriana Borriello