"Elegia del vento" è stata svulippata a Firenze presso il Balletto di Toscana da Manfredi Perego assieme ai danzatori del Balletto di Toscana Junior.
con: Acri Cristina, Lidonnici Daria, Lippi Sofia, Porcu Giulia, Roghi Benedetta, Rizzo Paolo
Capita a volte di ascoltare il vento. Succede altre volte di affidargli quei pensieri che a nessun altro puoi affidare. Non sarò né il primo né l'ultimo a farlo, anzi ricercando sull'argomento sono rimasto sorpreso da come attraverso i secoli persone e personaggi più o meno noti, hanno dedicato al vento frasi, poesie, pensieri... ma più che un dedica mi pare un'affidamento.
Come se il movimento dell'aria permettesse un passaggio tra me ed il luogo, e si creasse un sorta di liberazione, o se non quest'ultima almeno una transizione fisica, emotiva, non definibile, per ognuno differente ed unica.
Lasciarsi attraversare improvvisamente o volutamente, ma permettere di arrivare nel profondo, essere derubati in modo consenziente o no, di una piccola parte dei nostri pensieri profondi.
Cosa rimane nelle line del vento, non vuole essere una descrizione del fenomeno atmosferico, ma il tentativo di raccontare, di parlare appunto di quello che succede a me, quando vengo sorpreso o ricerco il fenomeno vento.
La danza parte da una ferita, da un'apertura; quella che permette lo scorrere dell'aria dentro il corpo. Almeno idealmente. Si modulerà su diverse qualità fisiche trasformandosi portando contrasti ed armonie, brusche articolazioni, lievi gestualità. La partitura fisica e la sua definizione saranno parte di un processo che includerà anche la verbalizzazione coi danzatori rispetto al titolo.
L'haiku che accompagna ogni mio lavoro sarà ricercato assieme ai danzatori, in modo che oltre al processo di ricerca fisico , ci sia anche un'approccio privato, di condivisione e in ultimo di definizione della sinossi più pura del lavoro.
Il processo di condivisione che inevitabilmente si dovrà instaurare coi danzatori, sarà il modo con cui costruire il vocabolario organico di una astrazione che ora è solo nella mia mente, questa sarà la prima trasmissione. Raccontare, mostrare, portare il corpo a vivere e non eseguire la coreografia, sarà il secondo passo. Dimenticare tutto quello che abbiamo fatto ed essere semplicemente questo dialogo in scena sarà il terzo passo.