Upside down presenta una figura ribaltata, in movimento in uno spazio ampio, dilatato, ma fortemente caratterizzato dalla fisicità materiale della polvere. In questo ambiente il corpo danza per non perdersi e recuperarsi.
Il corpo re-agisce con intersezioni vertiginose , il ribaltamento calca lo stato di solitudine e dispersione della figura nel quadro sconfinato. Il non limite provoca una suggestione che conduce oltre ciò che si sta attuando e che si sta osservando.
Il corpo si incurva, ruota su se stesso, disegna un avvitamento articolare dato dalla dinamica veloce che trascina fuori asse il peso corporeo, creando scivolate, sospensioni e tonfi.
Si concretizza nell’immaginario l’asperità dell’asfalto, si evoca la necessità delle protezioni . Si indaga il momento in cui il corpo è impotente, in cui non controlla la gravità e non tutela la propria salvaguardia.
Il suono è ricreato sugli spostamenti del corpo nell’aria e nel suolo. Sostanze diverse che nel ribaltamento si mescolano e per poco si miscelano. Il suono, incontaminato nella sua essenza evocativa si cristallizza quando quelle si separano e tornano nel proprio stato originario. E nel silenzio.