La domanda che sta alla base di questo progetto riguarda la relazione tra l’uomo e l’animale.
In seguito ad un’esperienza personale, di un viaggio in Namibia, l’autrice, a contatto diretto con la natura, ha vissuto quel senso di bellezza e poesia che scaturisce dalla semplice osservazione dell’animale che si muove libero nel suo habitat. Da qui la riflessione, per contrasto, sull’esistenza di veri e propri lager in cui gli animali son costretti a stare, per motivi legati alle esigenze e condizioni del mercato attuale, volto alla produttività ossessiva.
Il progetto prevede il coinvolgimento di 5 danzatori (compresa la coreografa), drammaturgo, sound designer, light designer. Il processo creativo sviluppato attraverso residenze in differenti luoghi prevede sharing e tutoraggio artistico da parte dei direttori delle rispettive strutture coinvolte.
Olimpia Fortuni, classe 1985, è danzatrice e coreografa. Si diplomata alla Paolo Grassi nel 2008, e in seguito termina il biennio ”Scrittura per la danza contemporanea” diretto da Raffaella Giordano nel 2010. Subito dopo crea il colletivo Famigliafuchè; conclude il corso...