Giuseppe Vincent Giampino
Residenze creative per GrandPrix
ResiDance XL 2019
concept, coreografia: Giuseppe Vincent Giampino
con Cristina Kristal Rizzo, Giuseppe Vincent Giampino
produzione TIR Danza, Compagnia Nexus
con il supporto di CLAPS Spettacolo dal vivo, CSC – Centro per la scena Contemporanea Bassano del Grappa, ACS Abruzzo e Molise, Fondazione Piemonte dal Vivo
Il progetto è stato realizzato con il contributo di ResiDance XL luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche, azione della Rete Anticorpi XL / Network Giovane Danza D’autore coordinata da L’arboreto - Teatro Dimora di Mondaino
GrandPrix nasce dalla necessità di confronto e scambio tra un giovane maker ed il contesto contemporaneo dei professionisti della danza italiana. Un lavoro che vuole diventare una piattaforma coreografica relazionale, un format performativo di scambio e confronto che pone, come base dialogica, il panorama del fare coreografico in Italia, le sue metodologie, politiche ed estetiche, attraverso lo sguardo e l'incontro di due generazioni diverse.
Due corpi immersi nello stesso contesto, ma con esperienze, idee e necessità differenti, seguiranno uno script coreografico che guiderà lo stabilirsi di un rapporto performativo e creativo ai fini della messa in scena e di un muoversi, agire al contempo simile e dissimile.
La creazione si colloca in una dimensione prettamente concettuale, nel solco di una ricerca che intende mettere in crisi e problematizzare la nozione di istantaneità insita nel movimento corporeo, per orientare piuttosto la propria indagine nel rapporto inesauribile tra archiviazione e serialità del gesto, focalizzandosi per lo più in una selezione di opere tratte dal repertorio ballettistico.
Lo spunto nasce nell’autore da una analisi della condizione stessa di chi, come il coreografo, scrive per il corpo di un altro, metafora – se vogliamo “amletica” – della soglia tra essere e non essere. Una incertezza della presenza, interiorizzata a livello corporeo dall’artista, che si colloca in uno stato di “constant beginning”: il coreografo, in un certo senso, “evapora”, nasce e muore costantemente, in una dinamica per cui principio e fine tendono a coincidere. Tale condizione diviene per l’autore un livello corporeo di ricerca, di presenza e di movimento, attraverso la sperimentazione di sequenze le cui caratteristiche motorie vengono definite dall’impulso primario del “cominciamento”.
In questa cornice, il repertorio di riferimento diviene un puro strumento, senza valenze gerarchiche in termini culturali; anzi, paradossalmente, un archivio iconico e, per certi versi, pop, nella misura in cui la memoria, nel contemporaneo, viene strutturata grazie e soprattutto agli strumenti tecnologici legati alla comunicazione di massa